Turisti Nella Capitale: Colpiti e affondati
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In un certo senso, il nostro moto circolare si potrebbe concludere qui. Siamo partiti da Piazza del Popolo e, adesso, ne stiamo ammirando la bellezza dall’alto. La Terrazza del Pincio, specie con i suoi tramonti, ci fa rimettere tutto nella giusta prospettiva. Sentimenti e sensazioni che percuotono chiunque si appoggi alle sue pietre. Del resto, ve ne ho già parlato immaginando al nostro arrivo una fallimentare proposta di matrimonio. Qui avvengono le dichiarazioni più romantiche, qui mi innamoro ogni volta un po’ di più di questa splendida città. Essere Turisti nella Capitale, infatti, vuol dire valutare differenti punti di vista.
Non è facile entrare nel giusto stato umorale per potersi sentire turisti nella città in cui si vive. Ne avevamo già parlato quando abbiamo iniziato a intraprendere questo arzigogolato viaggio. Adesso, guardando tutta la strada che abbiamo percorso, mentre continuo a pensare di aver saltato qualche particolare importantissimo, mi sovvengono tutte le difficoltà. Poco dietro Villa Borghese, vi è la mia Hogwarts personale. Se volto lo sguardo verso quello stoico edificio, un ex convento ri-adibito ad altro uso, un sorriso mi taglia in due il volto. Potrei essere pronta a rubare la parte a Joaquin Phoenix, ridendo istericamente per tutta l’ansia e il tempo passato all’interno di questa seconda dimora.
L’estate si avvicina e le sessioni si sono concluse. C’è chi pensa al mare, c’è chi pensa al ritorno a settembre, chi invece è pronto a godersi solo e semplicemente una pausa dopo aver preso in mano il tanto agognato pezzo di carta. Tutto il romanticismo, in contrasto col mio stesso cinismo, deve essere messo da parte per poter cercare nuove prospettive. Perché si, come ho detto all’inizio, è necessario valutare più punti di vista.
Vanno posate per un secondo le scarpe da passeggio e il metaforico zaino che ci ha fatto da compagno in giro per la Capitale. Vanno presi in mano i libri, le dispense, il pc e tutto quello che crediate vi possa esser utile, mentre ci addentriamo in sogni e speranze. Il turismo sentimentale che questa volta vi propongo è fatto di ansia, attese e prospettive per il futuro. Ho citato, in un delle nostre precedenti tappe, la prima volta in cui misi piede in questa immensa città. Qui e ora vi voglio parlare delle ragioni per cui la considero casa, nonostante tutte le difficoltà che esistono in questa strana convivenza.
Una costante resta uguale: canzoni e film si accalcheranno nella nostra memoria, perché sono tanti i prodotti che parlano dell’università e della condizione dell’universitario. Dove voglio andare a parare? Si canterà sempre un ritornello che ci ricordi questo o quell’altro esame. Canteremo per poter stemperare le sensazioni negative che ci restano addosso dopo un fallimento, tanto quanto lo si farà per celebrale un successo. La frase “valutare differenti punti di vista”, in questo caso, si veste del più puro dei suoi significati: mettersi nei panni dell’altro.
C’è chi è arrivato qui per caso, chi per sognare, chi per immaginare, chi per godere. Roma si confà a tutte le nostre esigenze perché, come una madre, è pronta a nutrire e riempire occhi e cuori della sua prole con la sua protezione. Non vi spaventate se incrocerete lo sguardo giudicante della Minerva posta al centro della città universitaria della Sapienza. Non vi preoccupate se la metro B non vi permetterà di raggiungere in tempo il vostro posto a Roma3. Quello che conta è il viaggio che ogni singolo universitario sta compiendo.
Speranze e sogni si incontrano sotto lo stesso cielo e, il più delle volte, la negatività ci fa dimenticare di quanto bello possa esser scoprire e visitare i banchi che si accalcano e susseguono nella nostra vita. Mi sono trasferita a Roma per studio e per lavoro, per coltivare i sogni che il cassetto del mio comodino aveva tanto gelosamente custodito. E mentre vago all’interno dei miei stessi sentimenti, non posso fare a meno di portare voi all’interno di questa esperienza. Non posso fare a meno di riassestare il tutto sotto una nuova lente conoscitiva mentre rido davanti al ricordo di tutte le volte in cui ho atteso un qualsivoglia mezzo pubblico. Sorrido davanti ai miei ritardi causati da forze più forti di me, l’ATAC potrebbe essere il villain perfetto per la nostra narrazione.
La ricerca di un tetto sotto la quale dormire, esattamente come l’affitto da dover pagare. Le bollette di luce e gas che per un attimo ci riportano alla realtà e ci fanno capire la frase che chiunque di noi si è sentito dire almeno una volta dalle nostre madri. La nostra casa non è un albergo e ti devi metter d’accordo con gli altri inquilini dell’appartamento se non vuoi vivere in un letamaio. La vera fascinazione però è racchiusa proprio in questo pio sentimento: se ami Roma, lo fai nonostante tutto. Se vuoi viverci, o conviverci, devi imparare non farti sopraffare dal suo soffocante abbraccio. Lei “po’ esse’ piuma e po’ esse’ fero”.
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