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“L’inconscio della memoria” è il titolo della mostra visitabile a Villa Borghese dedicata alla scultrice franco-americana Louise Bourgeois, tra le più influenti del secolo scorso.
Fino al 15 settembre la Galleria Borghese ospita la mostra dal titolo Louise Bourgeois. L’inconscio della memoria, dedicata alla scultrice, figura artistica fondamentale del XX secolo che sfugge a qualsiasi classificazione ed etichetta e che ha influenzato molti artisti con la sua opera segnata principalmente dai temi della memoria, dell’infanzia e della metamorfosi.
Tra le opere presenti anche l’installazione No Exit, la quale evoca la casa d’infanzia nella quale Louise Bourgeois, da bambina, era solita rifugiarsi nel sottoscala per spiare il padre. La scala immaginata dall’artista non conduce da nessuna parte, assume una dimensione spirituale che invita alla riflessione e all’introspezione. Due sfere di legno sono disposte ai lati dei gradini, a suggerire una forma fallica, mentre due cuori di gomma celati sotto la scala rivendicano il posto dell’amore nelle relazioni umane.
Riflette sul ricordo anche l’arazzo raffigurante Sainte Sébastienne (1997), di proprietà delle collezioni del Mobilier national e custodita a Villa Medici dal 2022. Questo arazzo tessuto dalla Manufacture des Gobelins si basa su una calcografia realizzata da Louise Bourgeois nel 1992. L’artista mette in scena una versione femminile di San Sebastiano martire, tratteggiata con una sintesi espressiva: un corpo femminile dalle curve generose è trafitto da frecce nere scagliate da ogni parte. Una sorta di autoritratto sofferente.
Le due opere di Louise Bourgeois sono presentate nel Salone di lettura. Questo salone, riallestito nel 2022 da Kim Jones e Silvia Venturini Fendi, è eccezionalmente accessibile al pubblico. Realizzata in collaborazione con The Easton Foundation, la mostra è la prima retrospettiva dell’artista a Roma. A cura di Cloé Perrone, Geraldine Leardi e Philip Larratt-Smith, presenta una ventina di opere e invita ad esplorare il contributo fondamentale dato da Louise Bourgeois alla scultura del XX secolo, in rapporto con le collezioni storiche e il patrimonio architettonico della Galleria Borghese.
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