Turisti nella Capitale: Lasciarsi andare | Roma.Com

Turisti nella Capitale: Lasciarsi andare

Mi piacerebbe tanto saltare l’intro di questo articolo, così da potervi fornire le giuste coordinate per potervi perdere, ancora una volta, tra le diverse viuzze che caratterizzano Villa Borghese. Si, oggi non ci spostiamo. Il polmone di Roma è così vasto che merita un’ulteriore esplorazione così da non pensare troppo a ciò che caratterizza la nostro routine. Essere turisti nella capitale, oggi, vuol dire lasciarsi andare.

Se guardando dalla finestra di Galleria Borghese potevamo immaginare il susseguirsi degli scandali a corte, passeggiando tra i suoi giardini potremmo essere noi i protagonisti di quel gossip. Lo sforzo di immaginazione che vi avevo già chiesto di compiere, qui raggiunge la sua più ampia semplicità di esecuzione. Vi basta respirare per poter essere in un’altra epoca. Basta attingere agli innumerevoli film, serie tv o video clip che hanno usato quegli stessi alberi come sfondo delle proprie scenografie. La discesa, in questo naufragar, è dolce come il miele e decisamente più limpida delle acque del laghetto in cui troneggia la figura di Asclepio.

La maggior parte delle persone non conosce la reale figura incastonata sotto il tempio al centro del lago. In molti, turisti e non, si divertono a vogare con le diverse canone a noleggio senza porsi nessuna domanda. Quel luogo è stato dedicato alla medicina e alla cura del sé. Il suo bastone, se l’osservate con attenzione, vi ricorderà le croci delle farmacie. Simbolicamente, infatti, tutto risale alla sua figura. Asclepio è la divinità romana e greca associata alle arti mediche. In astrologia a lui viene ricondotta la costellazione dell’Ofiuco, una delle poche che non è mai stata contemplata nello zodiaco. Il tredicesimo gruppo di stelle in grado di fa fallire tutti gli astrologi da quattro soldi che eseguono le loro previsioni. Voi che state leggendo questo articolo, di che segno siete?

Vi siete poggiati alla barriera di ferro battuto che costeggia il lago? Avete visto i suoi pescetti, anche fin troppo nutriti, o visto le sue tartarughe intente a prendere il sole? Sappiate che se vi avvicinate un po’ troppo queste saranno in grado di staccarvi un dito con le loro feroci bocche. A quel punto poco potrà la medicina moderna mentre voi ve ne starete li ad urlare per il dolore.

In ogni caso, a volte è bello soffermarsi a guardare il sole che cala e la luce che penetra attraverso le colonne di quel tempietto. È entusiasmante lasciarsi andare sul lento procedere di quel laghetto artificiale mentre si osservano gli invasori della fauna locale volare a destra e a sinistra. Un verde che si scontra perfettamente col blu del cielo, mentre il loro cinguettare turberà il vostro placido riposo. Il giro a vogare ve lo consiglio: è un divertente passatempo che vi permetterà di riassettare i vostri sforzi. Una questione di priorità che potrebbe essere estremante divertente o romantica, a seconda di chi vi accompagnerà nel suo procedere.
Ricordiamoci, però, che ogni tanto le cose più belle sono quelle che non possiamo pubblicamente raccontare o quelle che accadono dentro il nostro cervello. Le voglie che si celano dietro le nostre fantasie, dietro i nostri sogni. Del resto non è difficile immaginare la possibilità di incrociare le nostre dita con qualcuno di speciale, mentre si cammina sotto l’ombra di quegli alberi. Oppure mentre si eleva una preghiera verso Asclepio affinché possa intercedere nei riguardi di suo padre. Apollo, il protettore delle arti e della scienza, colui che attraverso le muse parla agli artisti di ogni singola generazione. Lui che trasportava il sorgere del sole e il suo morire. Vita e morte che giocano la loro partita a scacchi con delle regole dettate dal destino.

Vi osservo, lo sapete? Vi immagino percorrere le strade di Villa Borghese con occhi nuovi dopo la lettura di questo articolo. Come se, in un certo senso, io avessi quasi il potere di contagiarvi con un qualche tipo di morbo. Forse sto dotando la mia scrittura di un po’ troppo potere, ma è divertente immaginarvi sognanti e romanticamente infetti dai miei racconti. Perché si, ho vogato su quel laghetto, esattamente come adesso sto sognando di percorrere quelle vie con la persona oggetto dei miei desideri.
Posso osservare la custodia della chitarra dietro la sua schiena, mentre superiamo il Globe Theatre. L’esatta riproduzione del teatro che potete trovare a Londra la cui campagna teatrale, fino alla sua morte, è stata curata da Gigi Proietti. Li dove diverse compagnie teatrali hanno rimesso in scena le tragedie e le commedie del drammaturgo inglese. Li dove scambiarsi un fugace bacio diventa il preludio di “Romeo e Giulietta”.

Peccato che queste siano solo fantasie e che, scendendo sempre più verso il basso di questa Villa, si arrivi alla terrazza che si apre su Roma.
Peccato che il più delle volte, nonostante il romantico tramonto, le storie d’amore che sono state li suggellate, abbiano poi avuto la loro fine.

@AidaPicone

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