Turisti Nella Capitale: Periferie e peripezie | Roma.Com

Turisti Nella Capitale: Periferie e peripezie

“Wake me up when September ends” cantava una certa canzone di qualche anno fa. Forse più di qualche, ma il concetto non cambia. Purtroppo a destarci oggi sono state almeno una decina di sveglie e il mare è pronto a diventare un lontano ricordo per la maggior parte di noi. Per quelli che, invece, possono godere ancora di un’ora o due di riposo, il consiglio è quello di camminare. Il ritorno alla routine può farci sentire come leoni in gabbia, di conseguenza l’unico rimedio pratico ed economico è quello di tornare ad essere i Turisti della nostra stessa vita. Quasi come se ci fosse un dissociamento della personalità in corso, muoviamoci tra “periferie e peripezie”.

Ci sono zone di Roma poco praticate e praticabili. Punti in cui, se non fosse perché vi abitate, non visitereste con tanta facilità. Roma Nord, specie la zona di Monte Mario, non è di certo un punto allettante. Le sue attrazioni variano tra ospedali e palazzi di pura e semplice periferia. Nonostante, in ogni caso, negli ultimi giorni ci siano stati degli eventi che ci hanno spinti a vivere le serate proprio in queste zone meno usuali. Del resto, anche le periferie meritano la loro movida e la loro attenzione.

Poco lontano dalla stazione di Monte Mario vi è un sito che ha destato per molto tempo la mia curiosità. Non tutti, infatti, sanno dell’esistenza di un particolarissimo museo che merita la giusta attenzione. Ammetto che al momento è in fase di ristrutturazione e ampliamento, ma la prima volta che vi sono entrata ne sono rimasta totalmente affascinata. È passato un po’ di tempo, di conseguenza non posso fare a meno di chiedermi come sarà una volta ultimati i lavori.

“Entrare fuori, Uscire dentro” un piccolo motto che rivela l’intensità della visita che potrete compiere all’interno delle sue mura. Sto, infatti, parlando del Museo Laboratorio della Mente. Un chiaro esempio di riformulazione degli spazi e di valorizzazione della storia. Un punto in cui la sensibilità la fa da padrone e l’immersione diventa la chiave di volta per la comprensione. Qui si documenta il modo con cui le informazioni sulla salute mentale, e la sua cura, sono state modificate nel corso del tempo. Il tutto nasce nel 2000 dalle spoglie di un ospedale psichiatrico chiuso successivamente all’emanazione della legge Basaglia del ’78. Vi posso, infatti, assicurare che tramite la sua visita potrete sentire l’entità di determinate condizioni appartenenti al passato.

Il VI padiglione dell’ex manicomio di Roma di Santa Maria della Pietà vi accoglierà in un percorso volto al diretto coinvolgimento immersivo e multimediale. Una continua oscillazione tra elementi reali e virtuali, in grado di stimolare tutti i vostri sensi. Lo stato di perplessità e confusione la farà da padrone mentre nozioni storiche e sensoriali vi sconvolgeranno. La fascinazione di questo museo è principalmente data dal cercare di restituire l’idea del modo con cui ragiona una psiche fragile e frammentata. Voci, suoni, illusioni, tutto è volto alla causa per scaturire una più grande e massima comprensione. L’attenzione ai dettagli rende il tutto dannatamente suggestivo, ma vi assicuro che ne vale decisamente la pena. Sul sito online, si può svolgere un tour virtuale in attesa che vengano terminati i lavori.

Un passaggio obbligato, in ogni caso, è quello dalle stalle alle stelle. Se abbiamo avuto modo di osservare la fragilità umana, questo quartiere riesce a dar vita anche ai sogni più intimi che possediamo. Fingiamo, quindi, di essere Mia e Sebastian solo per qualche istante. Immaginiamo di possedere una qualche possibilità di ballare il tip tap e dirigiamoci verso l’osservatorio delle stelle. Anche qui la storia la fa da padrone: muovendoci tra terre e soli in grado di far girare la testa, è possibile vedere come l’osservazione delle stelle abbia mutato il corso della storia. Un patrimonio di libri e i oggetti che vi permetterà di esplorare l’ampiezza del sapere nostrano. Un luogo che metterà in soggezione il più accanito dei Terrappiattisti, ma chissà se voi stessi non sarete in grado di partorire qualche nuova e assurda teoria scientifica.

Forse qui si riescono a toccare solide realtà difficili da digerire. Qui si può sentire sulla pelle, lungo la spina dorsale, la vastità dell’universo e l’inadeguatezza umana. Noi che siamo fatti della stessa sostanza dei sogni  delle stelle, abbiamo modo di sentirle un po’ più vicine. Una parte del tutto, in un certo senso, che si apre sotto il nostro sguardo e allarga i nostri orizzonti. Del resto, tra peripezie e periferie, non si può far a meno di nutrirsi di speranze e di storie.

La realtà non è mai abbastanza. I desideri vanno espressi e il naso va teso al di la della strada che le nostre suole sono in grado di percorre. Un percorso non facile, ma fatto solo per le anime più affini e sottili. Bisogna, infatti, ricordare che ogni singolo momento va vissuto mandando avanti la propria sensibilità. Un monito quasi inclusivo quello con cui vi voglio lasciare, prima di cedere il passo alle restanti meraviglie di questa nostra Capitale.

@AidaPicone

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