"Vestalia" una festa in onore della dea il cui fuoco non poteva mai essere spento | Roma.Com

“Vestalia” una festa in onore della dea il cui fuoco non poteva mai essere spento

I romani tenevano molto a questa festa, perché celebrava una divinità particolarmente cara alla città, ovvero la dea del focolare, Vesta. Ma in cosa consistevano i rituali a lei dedicati?

Per i romani un rituale molto importante

Ai tempi antichi i romani celebravano le loro divinità attraverso una serie di rituali, che si svolgevano in diversi momenti dell’anno e consistevano in banchetti e sacrifici di animali.

Uno dei più importanti tra tutti era quello che si faceva in onore della dea Vesta e si chiamava infatti Vestalia. Inizialmente si celebrava nella giornata del 9 giugno, ma poi in età repubblicana, il rituale aveva iniziato a svolgersi nell’arco di più giornate, esattamente tra il 7 e il 15 giugno.

Una dea molto cara ai romani

I romani erano molto legati ai Vestalia, perché celebravano una dea che per loro era molto importante, ovvero Vesta. Era la divinità del focolare, nel quale ardeva il fuoco sacro dell’Urbe che non doveva mai spegnersi.

Delle sacerdotesse avevano infatti il compito di controllarlo e di fare in modo che non si spegnesse mai.

Dal contatto con il regno dei morti ai rituali purificatori

Erano davvero particolari i rituali che si svolgevano durante i giorni dei Vestalia, in modo particolare quelli che si tenevano il primo giorno di festa, dato che servivano a collegare il mondo dei morti con quello dei vivi.

Con l’occasione si apriva infatti il Penus, il posto in cui si conservavano le statue dei discendenti.

L’ultimo giorno di festa era considerato invece purificatorio, perché consisteva nel ripulire l’area in cui si trovava il tempio e nel gettare i suoi rifiuti nel Tevere. Anche questo era per i romani un momento molto importante.

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